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LA PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE

La terapia cognitivo comportamentale (Cognitive-Behaviour Therapy, CBT) rappresenta attualmente uno dei modelli più affidabili ed efficaci, a livello internazionale, per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici. Ha assunto il ruolo di trattamento d’elezione per i disturbi d’ansia, così come attestano recenti documenti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Il principio di fondo risiede nella complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, la quale consentirebbe di spiegare l’insorgenza e il mantenimento di problemi emotivi e sofferenza. Ciò implica che non sarebbero gli eventi a creare e mantenere i problemi psicologici, emotivi e comportamentali, bensì la rappresentazione soggettiva della realtà e le credenze disfunzionali dell’individuo. 

In quest’ottica, la mente è descritta come un sistema di scopi e conoscenze con cui un individuo valuta la propria esperienza e regola le reazioni emotive, l’attività mentale e la condotta (Castelfranchi, Mancini e Miceli, 2002). I sintomi psicopatologici sono concettualizzati come l’espressione di attività finalizzate al raggiungimento di un obiettivo, insito nella mente del paziente.

L’individuazione dei pensieri ricorrenti e degli schemi disfunzionali di ragionamento e interpretazione della realtà consente di aiutare il paziente nel processo di ristrutturazione cognitiva, al fine di sostituire e/o integrare i pensieri con convinzioni più funzionali. 

La terapia cognitivo-comportamentale è:

  • Scientificamente fondata: diversi studi hanno dimostrato che i metodi della terapia cognitivo-comportamentale costituiscono una modalità d’intervento efficace. Il trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia ha mostrato risultati superiori o di pari efficacia agli psicofarmaci, con maggiore incidenza nella prevenzione delle ricadute.

  • Orientata allo scopo e collaborativa: terapeuta e paziente lavorano insieme per stabilire gli obiettivi della terapia e per sviluppare strategie che possano indirizzare il soggetto alla risoluzione dei propri problemi. L’andamento del trattamento viene periodicamente monitorato al fine di verificare il raggiungimento degli scopi. 

  • Pratica e concreta: obiettivo della terapia è la risoluzione dei problemi psicologici concreti, come la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione di attacchi di panico, la riduzione o eliminazione di rituali compulsivi, la promozione delle relazioni interpersonali e la diminuzione dell’isolamento sociale e così via.

Due differenti forme di terapia caratterizzano la psicoterapia cognitivo-comportamentale:

  • La psicoterapia comportamentale

mediante l’apprendimento di nuove modalità di risposta e l’esposizione graduale alle situazioni temute, aiuta a modificare la relazione tra situazioni che creano disagio e le abituali reazioni emotive e comportamentali messe in atto.

  • La psicoterapia cognitiva

aiuta ad individuare i pensieri ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà che sono concomitanti alle forti, e persistenti emozioni problematiche vissute dal paziente. Coadiuva nella correzione, nell’arricchimento, integrandoli con altri pensieri più realistici, o, comunque, più funzionali al proprio benessere.

Il cambiamento dei contenuti e dei processi cognitivi problematici (convinzioni, valutazioni, aspettative, emozioni, distorsioni cognitive, ecc.) nella terapia cognitivo comportamentale, non viene perseguito soltanto mediante la discussione e la riformulazione delle convinzioni disfunzionali dei pazienti, bensì mediante numerosi e variegati metodi d’intervento, diretti non solo agli aspetti cognitivi del funzionamento dell’individuo, ma anche a quelli specificamente emotivi e comportamentali.

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